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Vito Tummino
Secondo i dati dell’Oms quasi 1 miliardo di persone nel mondo soffrono di almeno un disturbo mentale (una persona su dieci a livello globale). Si stima, inoltre, che la pandemia abbia incrementato di oltre il 25% i disturbi. È tempo che la cura psicologica sia messa a disposizione dei cittadini: gli psicologi possono svolgere un ruolo più incisivo nell’indicare la strada verso una società più sana e più giusta. Be Assistiamo alla diffusione di una disinformazione pervasiva e le prossime elezioni europee sollecitano la comunità degli psicologi al dovere fondamentale di impegnarsi, utilizzando gli strumenti della scienza psicologica per contrastare le falsità e l’implementazione di linguaggi discriminatori e violenti che minano profondamente i principi solidaristici dell’Unione Europea contenuti nella Carta Sociale Europea (Strasburgo, 3 Maggio 1996). Il Trattato di Amsterdam del 2 ottobre 1997, Titolo XIII - Sanità pubblica, all’Articolo 168 (ex 152) afferma: [...] L’azione della Comunità si indirizza al miglioramento della sanità pubblica, alla prevenzione delle malattie e affezioni e all’eliminazione delle fonti di pericolo per la salute umana. [...] La Comunità completa l’azione degli Stati membri volta a ridurre gli effetti nocivi per la salute umana derivanti dall’uso di stupefacenti, comprese l’informazione e la prevenzione. [...] La Comunità e gli Stati membri favoriscono la cooperazione con i Paesi terzi e con le organizzazioni internazionali competenti in materia di sanità pubblica. Il Consiglio d’Europa stabilisce (1996) i seguenti obiettivi: a) misure che fissino parametri elevati di qualità e sicurezza degli organi e sostanze di origine umana, del sangue e degli emoderivati; tali misure non ostano a che gli Stati membri mantengano o introducano misure protettive più rigorose; b) in deroga all’articolo 43, misure nei settori veterinario e fitosanitario il cui obiettivo primario sia la protezione della sanità pubblica; c) misure di incentivazione destinate a proteggere e a migliorare la salute umana, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri. Queste affermazioni del Consiglio d’Europa sembrano migliorare i principi relativi alla tutela della salute – di riservato dominio degli Stati membri – come enunciati marginalmente nel Trattato di Roma del 25 marzo 1957. In realtà non ci si adopera per armonizzare gli obiettivi e gli standard di tutela e cura della salute all’interno dell’Unione. Pertanto scegliamo quei candidati che vogliono impegnarsi affinché l’Unione europea assuma un ruolo più incisivo per una Sanità Pubblica Europea, e che possa ridurre le disparità tuttora persistenti. All’Italia servono almeno +1,9 miliardi e +47% di operatori della salute mentale: l’Italia si colloca fra gli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale, destinandovi circa il 3,4% della spesa sanitaria complessiva, mentre i principali Paesi ad alto reddito ne dedicano più del 10%. In Italia la Salute Mentale è sottofinanziata: il budget previsto dalla legge è pari al 5% del Fondo sanitario Nazionale, mentre il finanziamento per la Salute Psicologica, a differenza di altre nazioni europee, è assolutamente irrisorio. La comunità degli psicologi, constatato il livello considerevole di disagio psicosociale e l’aumentato bisogno di cura, ritiene necessario richiedere un finanziamento adeguato. Gli psicologi, il cui contributo è essenziale per favorire l’eguaglianza e l’approccio etico nella progettazione dell’IAG, stanno guidando lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale Generativa: le prospettive di lavoro degli psicologi – per il diritto all’istruzione, i diritti delle donne e delle persone LGBTQ+, l’equità sociale, l’accesso alle cure per la salute mentale, la soddisfazione sul posto di lavoro, gli stili di vita salutari – saranno fondamentali per il raggiungimento di questi obiettivi con l’IA, che offre grandi possibilità per il miglioramento complessivo della società. Gli algoritmi con i quali gli scienziati contribuiscono alla creazione dell’IA si devono coniugare con il potere di correggere o modificare le disuguaglianze tra gli esseri umani. Ci sono processi decisionali algoritmici distorti nella programmazione dell’assistenza sanitaria, nelle assunzioni delle Aziende pubbliche e private e in altri contesti, e gli psicologi stanno guidando gli sforzi per aumentare l’equità e ridurre i pregiudizi (David Luxton, PhD, psicologo clinico e professore affiliato presso la School of Medicine dell’Università di Washington). Un altro tema che vede coinvolta la comunità degli psicologi è la gestione dello stress: medici, epidemiologi, nutrizionisti, ed esperti in sanità pubblica concordano sul fatto che gli sforzi per avanzare in una società ingiusta e incapace di risolvere le disuguaglianze contribuiscono a far sì che le persone invecchino più rapidamente, si ammalino e muoiano più giovani. Una recente ricerca negli USA evidenzia che gli adulti sono stressati da fattori fuori dal loro controllo, tra cui il lavoro, la violenza, la politica e le relazioni interpersonali. Un sondaggio primaverile del Washington Post-Ipsos ha rilevato che il 50% degli americani ritiene che non avere un reddito sufficiente sia una fonte di stress finanziario; il 55% ritiene che anche il fatto di non avere abbastanza risparmi sia fonte di stress. «Dovremmo fare un passo indietro e guardare alla società in cui viviamo e a come questa sta effettivamente determinando i nostri livelli di stress, di stanchezza, di disperazione» – afferma Elizabeth H. Bradley, presidente del Vassar College e coautrice del libro Il paradosso americano della sanità – e ribadisce: «Questo (accade) per tutti. La salute è influenzata moltissimo da questi fattori, ecco perché parliamo di una riconcettualizzazione della salute».
Secondo i dati dell’oms quasi 1 miliardo di persone nel mondo soffrono di almeno un disturbo mentale (una persona su dieci a livello globale). Si stima, inoltre, che la pandemia abbia incrementato di oltre il 25% i disturbi. È tempo che la cura psicologica sia messa a disposizione dei cittadini: gli psicologi possono svolgere un ruolo più incisivo nell’indicare la strada verso una società più sana e più giusta. Be assistiamo alla diffusione di una disinformazione pervasiva e le prossime elezioni europee sollecitano la comunità degli psicologi al dovere fondamentale di impegnarsi, utilizzando gli strumenti della scienza psicologica per contrastare le falsità e l’implementazione di linguaggi discriminatori e violenti che minano profondamente i principi solidaristici dell’unione europea contenuti nella carta sociale europea (strasburgo, 3 maggio 1996). Il trattato di amsterdam del 2 ottobre 1997, titolo xiii - sanità pubblica, all’articolo 168 (ex 152) afferma: [... ] l’azione della comunità si indirizza al miglioramento della sanità pubblica, alla prevenzione delle malattie e affezioni e all’eliminazione delle fonti di pericolo per la salute umana. [... ] la comunità completa l’azione degli stati membri volta a ridurre gli effetti nocivi per la salute umana derivanti dall’uso di stupefacenti, comprese l’informazione e la prevenzione. [... ] la comunità e gli stati membri favoriscono la cooperazione con i paesi terzi e con le organizzazioni internazionali competenti in materia di sanità pubblica. Il consiglio d’europa stabilisce (1996) i seguenti obiettivi: a) misure che fissino parametri elevati di qualità e sicurezza degli organi e sostanze di origine umana, del sangue e degli emoderivati; tali misure non ostano a che gli stati membri mantengano o introducano misure protettive più rigorose; b) in deroga all’articolo 43, misure nei settori veterinario e fitosanitario il cui obiettivo primario sia la protezione della sanità pubblica; c) misure di incentivazione destinate a proteggere e a migliorare la salute umana, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli stati membri. Queste affermazioni del consiglio d’europa sembrano migliorare i principi relativi alla tutela della salute – di riservato dominio degli stati membri – come enunciati marginalmente nel trattato di roma del 25 marzo 1957. In realtà non ci si adopera per armonizzare gli obiettivi e gli standard di tutela e cura della salute all’interno dell’unione. Pertanto scegliamo quei candidati che vogliono impegnarsi affinché l’unione europea assuma un ruolo più incisivo per una sanità pubblica europea, e che possa ridurre le disparità tuttora persistenti. All’italia servono almeno +1,9 miliardi e +47% di operatori della salute mentale: l’italia si colloca fra gli ultimi posti in europa per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale, destinandovi circa il 3,4% della spesa sanitaria complessiva, mentre i principali paesi ad alto reddito ne dedicano più del 10%. In italia la salute mentale è sottofinanziata: il budget previsto dalla legge è pari al 5% del fondo sanitario nazionale, mentre il finanziamento per la salute psicologica, a differenza di altre nazioni europee, è assolutamente irrisorio. La comunità degli psicologi, constatato il livello considerevole di disagio psicosociale e l’aumentato bisogno di cura, ritiene necessario richiedere un finanziamento adeguato. Gli psicologi, il cui contributo è essenziale per favorire l’eguaglianza e l’approccio etico nella progettazione dell’iag, stanno guidando lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa: le prospettive di lavoro degli psicologi – per il diritto all’istruzione, i diritti delle donne e delle persone lgbtq+, l’equità sociale, l’accesso alle cure per la salute mentale, la soddisfazione sul posto di lavoro, gli stili di vita salutari – saranno fondamentali per il raggiungimento di questi obiettivi con l’ia, che offre grandi possibilità per il miglioramento complessivo della società. Gli algoritmi con i quali gli scienziati contribuiscono alla creazione dell’ia si devono coniugare con il potere di correggere o modificare le disuguaglianze tra gli esseri umani. Ci sono processi decisionali algoritmici distorti nella programmazione dell’assistenza sanitaria, nelle assunzioni delle aziende pubbliche e private e in altri contesti, e gli psicologi stanno guidando gli sforzi per aumentare l’equità e ridurre i pregiudizi (david luxton, phd, psicologo clinico e professore affiliato presso la school of medicine dell’università di washington). Un altro tema che vede coinvolta la comunità degli psicologi è la gestione dello stress: medici, epidemiologi, nutrizionisti, ed esperti in sanità pubblica concordano sul fatto che gli sforzi per avanzare in una società ingiusta e incapace di risolvere le disuguaglianze contribuiscono a far sì che le persone invecchino più rapidamente, si ammalino e muoiano più giovani. Una recente ricerca negli usa evidenzia che gli adulti sono stressati da fattori fuori dal loro controllo, tra cui il lavoro, la violenza, la politica e le relazioni interpersonali. Un sondaggio primaverile del washington post-ipsos ha rilevato che il 50% degli americani ritiene che non avere un reddito sufficiente sia una fonte di stress finanziario; il 55% ritiene che anche il fatto di non avere abbastanza risparmi sia fonte di stress. «dovremmo fare un passo indietro e guardare alla società in cui viviamo e a come questa sta effettivamente determinando i nostri livelli di stress, di stanchezza, di disperazione» – afferma elizabeth h. Bradley, presidente del vassar college e coautrice del libro il paradosso americano della sanità – e ribadisce: «questo (accade) per tutti. La salute è influenzata moltissimo da questi fattori, ecco perché parliamo di una riconcettualizzazione della salute».
In questo numero di link, nella sezione focus, ospitiamo l’articolo di santo di nuovo e paola magnano: credere nel futuro: ricerche psicologiche sulla ‘speranza’. La speranza è una delle risorse psicologiche più importanti per l’individuo ma anche per i gruppi sociali: implica la capacità di pensare positivamente al futuro, con l’aspettativa di avere esperienze positive ed evitare quelle negative. È possibile così promuovere la pianificazione futura e un efficace adattamento socio-emotivo della persona e dei gruppi sociali. Nella società attuale, dove le incertezze e i frequenti cambiamenti sono caratteristiche importanti, le persone e i gruppi sociali devono far fronte a una realtà sempre più instabile, e “credere” in qualcosa che aiuti a mantenere il benessere e non temere di perderlo in futuro, ma anzi potenziarlo a lunga scadenza. In strumenti simonetta martini, beatrice redaelli, vittoria speltoni e giorgio cerati presentano il loro articolo il disagio giovanile: il caso studio del centro diurno di lecco (cdp). Buona pratica e nuove prospettive post pandemia. Il filo conduttore è dato dalla consapevolezza che la complessità della contemporaneità richiede ai servizi di salute mentale di affrontare il malessere dei giovani adeguando alla mutata realtà nuovi e più idonei interventi multidisciplinari. Una maggiore flessibilità da parte degli operatori, una ricerca di luoghi adeguati dove svolgere le attività, tempistiche di intervento più celeri, una concreta e incisiva integrazione con il territorio sono gli obiettivi del centro diurno, finalizzati alla costruzione del benessere dei ragazzi e ad evitarne la stigmatizzazione. Di fronte ai bisogni che emergono prepotenti nei ragazzi, agli operatori della salute mentale è richiesto qualcosa in più delle buone competenze professionali. I ragazzi guardano agli adulti, al qui e ora, desiderosi di testimonianze di vita e soprattutto di modelli identificatori significativi e portatori di speranza e di senso. Nell’articolo vengono evidenziati alcuni dati epidemiologici relativi alle attività svolte e alle persone trattate negli ambiti riconducibili al progetto giovani del centro diurno di lecco. Nella sezione esperienze isabel fernandez e eugenio gallina descrivono il contributo degli psicologi di emdr europa in uno scenario di guerra, illustrando gli interventi svolti nel corso della guerra in ucraina che si possono suddividere in tre macrocategorie: attività di sostegno alle persone in ucraina; attività sulla frontiera e nei paesi di frontiera (polonia, romania, slovacchia, ungheria); attività attuate in tutto il resto dell’ue in aree che ospitano grandi comunità di rifugiati. È stata la prima volta in cui gli psicologi hanno avuto un ruolo attivo dal primo giorno di guerra e ne hanno seguito sul campo lo sviluppo. Giorno dopo giorno hanno avuto la sensazione che il loro lavoro si fosse pian piano espanso fino a diventare un’azione di pace. Troviamo nella sezione ricerche, a cura di brigitte dell’anna, l’articolo dal titolo progetto di presa in carico multidisciplinare in ambito ospedaliero dei piccoli pazienti con sindrome di amplificazione del dolore: la separazione tra fatti e vissuti in cui si descrive l’importante esperienza multidisciplinare nell’uosd di reumatologia e immunologia pediatrica di lecce, realizzata grazie ad un processo di costruzione e co- costruzione tra medici, infermieri e psicologi del reparto che, col tempo, ha portato a numerosi sviluppi all’interno del servizio stesso. La presenza dello psicologo durante le prime visite reumatologiche ha permesso una ri-narrazione della storia della malattia da parte dei caregivers e dei piccoli pazienti, con la possibilità di includervi nuovi elementi in precedenza non rilevati perché al di fuori della cornice relazionale data per scontata da entrambi gli interlocutori. La funzione psicologica può trovare una sua efficacia nella disponibilità ad affrontare quanto non è possibile esprimere con il personale sanitario, perché vissuta sul piano simbolico, quindi sul piano emozionale (carli, 2013). In riflessioni ospitiamo due articoli: nel primo, la voce del sangue. Senso e mistero del legame di sangue, marisa d’arrigo pone l’accento e un interrogativo sul valore del legame di sangue, un legame fisico e biologico prima che psicologico che, nonostante quanto affermato in un passato non lontano, sembra restare profondamente centrale nella complessità della pma. Nel legame di sangue non ha importanza la volontà o la personalità dell’individuo, ciò che vige è un determinismo collettivo di partenza, da cui l’individuo maturo può riscattarsi nel suo processo di individuazione. Il fattore psichico e quello organico presentano una contemporaneità, siamo nell’ambito somatopsichico dell’archetipo, in «un’unità psicosomatica che possiede due aspetti; uno legato strettamente agli organi fisici, l’altro a strutture psichiche inconsce e potenziali» (m. Fordham, 1969, p. 83). Il secondo articolo è di aristide saggino: la guerra in europa: effetti e reazioni psicologiche. La guerra tra la federazione russa e l’ucraina ha e ha avuto enormi conseguenze economiche, umane e sociali in europa: gli aspetti psicologici sono spesso strettamente connessi a quelli geopolitici, militari, strategici e tattici. Analizzare gli aspetti psicologici di questa guerra nel cuore dell’europa, per osservarla da un altro punto di vista, è compito fondamentale della psicologia. Sono descritti gli errori psicologici di putin nella conduzione di questa tragedia. Il fatto è che le guerre oggi si vincono non sul breve, ma sul medio o lungo periodo e il perderle o vincerle è una combinazione non solo di conquiste militari, ma di strategia, tattica, psicologia e geopolitica. La storia clinica di questo numero, a firma di mariannina amato, ci presenta un caso di dissociazione nell’età evolutiva e contaminazione intergenerazionale. Approfondimento clinico nella processualita interpersonale madre-bambino. È la storia clinica di un bambino di 6 anni. I genitori lo descrivevano, quando aveva 3 anni, come un bambino che “parla male, testardo e in continuo movimento”. Lo stato mentale del bambino a scuola entra in confusione e rifugge da ricordi intrusivi ed emozioni intense ed inadeguate. Compaiono comportamenti di evitamento e di blocco emotivo anche nella relazione con la madre: interferenze emotive che danno origine ad un comportamento duale e disorganizzato. Paolo di biagio nella sezione società, con riflessioni sul ruolo della psicologia nell’ambito dell’emergenza ambientale, ci racconta il dramma della popolazione dell’isola di pasqua e il significato delle loro celebri statue: è un esempio di come una comunità si auto-distrugge quando perde i propri riferimenti etici, spirituali, culturali e sociali. Queste le domande a cui l’autore propone una risposta: qual è il limite che rende l’essere umano distruttivo? Quale dinamica rende cronica tale distruttività? Occhi di natura è il contributo di hanna fridriksdottir in emozioni. «la leggerezza in italiano ha un suono e una sostanza, in francese un altro... Forse ancora più leggero. Quella del merlo però è una con il suo canto universale. Guardavano i fiori tutta la mattina, e loro si accontentavano di essere osservati o almeno così pareva. Ogni tanto passavano lentamente delle nuvole come spinte da un senso misterioso, forse quello della bellezza». Per link art di questo numero rosa de rosa ci presenta il sogno interrotto della scultura. Camille claudel: l’artista “dimenticata” in manicomio. La scultrice camille claudel ama la vita e l’amore senza chiedere nulla in cambio; sogna di essere riconosciuta per il suo impegno, per i suoi molteplici interessi, per la sua passione creativa, e invece nulla sarà concesso né all’artista né alla donna; il tormentato innamoramento per auguste rodin le distruggerà la vita. Il vissuto più intimo di una persona fragile che vive una grande delusione d’amore può sfociare in malattia mentale, ma anche provocare ingiustificata riprovazione sociale.