Hiroshige: visioni dal Giappone
ROSA DE ROSA - Docente del Dipartimento Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como
«L’arte non riproduce ciò che è visibile ma rende visibile ciò che non sempre lo è» [Paul Klee]
Le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dei rapporti bilaterali Italia- Giappone1, iniziate con la grande mostra di Milano a Palazzo Reale: “Hokusai, Hiroshige, Utamaro (settembre 2016 gennaio 2017)2, si sono concluse con la mostra monografica Hiroshige, Visioni dal Giappone a Roma, alle Scuderie del Quirinale (dal 1 marzo al 29 luglio 2018)3. Anche la città di Bologna ha reso omaggio al Giappone, con un’altra mostra Giappone. Storie d’Amore e Guerra (Palazzo Albergati, dal 24 marzo al 9 settembre 2018). La mostra delle Scuderie del Quirinale, con una selezione di circa 230 opere, tra silografie policrome e dipinti su rotolo, divisa in sette percorsi tematici, ha, in modo più ampio ed esaustivo, fatto conoscere l’attività artistica e culturale di Utagawa Hiroshige (Edo 1797/1858), uno dei più importanti artisti del ukiyo-e4, le “immagini del mondo fluttuante”, che raccontano i piaceri effimeri e fuggevoli della vita terrena con i quali si divertiva, tra Seicento e Ottocento, la nuova borghesia di Edo, l’antica Tokyo. Le stampe del mondo fluttuante rappresentano un particolare momento della società giapponese in evoluzione e sono fondamentali per lo sviluppo del lavoro di Hiroshige, interprete versatile della bellezza del Giappone antico e della grandezza della società del suo tempo. La serie delle Cinquantatré stazioni di posta del “Tokaido”, l’antica via costiera che congiungeva Edo con Kyoto, realizzata tra il 1833/34 – tutte presenti in mostra – narrano dellla relazione complessa tra le due città: Edo (l’odierna Tokyo), centro del potere politico e Kyoto importante centro culturale, religioso, ed economico5. Le silografie mostrano in modo esemplare i luoghi noti per il ristoro e il pernottamento lungo il percorso ma soprattutto costituiscono una narrazione della società del tempo: viandanti-viaggiatori, cercatori di paesaggi, etnologi, pellegrini che si recavano ai santuari o al Sacro monte Fuji, uomini in viaggio per affari commerciali o politici.
1. Il 25 agosto del 1886 fu firmato il primo trattato di Amicizia e di Commercio tra Giappone e Italia, un importante atto formale che sanciva una collaborazione per il presente e il futuro con un popolo solo “geograficamente lontano”: cos. scrive Giuseppe Sala, sindaco di Milano nell’introduzione al catalogo della mostra di Milano e ancora; “ la cultura e in particolare l’arte sono la linfa di un rapporto di eccezionale vitalit.. Le affinit., sotto le forme diverse dei linguaggi sono profonde”.
2. La mostra “Hokusai, HIroshige e Utamaro. Luoghi e volti del Giappone”, a cura di Rossella Menegazzo, Catalogo Skira. Pi. di 200 opere che hanno affascinato un grande pubblico di visitatori interessati a conoscere le opere dei tre grandi protagonisti dell’arte Giapponese dell’Ottocento. Attraverso un percorso di oltre 200 opere, provenienti dalla Honolulu Museum of Art Collezion, una delle collezioni di Arte giapponese pi. importanti, . stato possibile ammirare e conoscere quel meraviglioso mondo giapponese fatto di luoghi, ambientazioni cittadine, paesaggi, scorci naturalistici e raffinate figure femminili che hanno conquistato l’Occidente.
3. La mostra curata da Rossella Menegazzo con Sarah E. Thompson . una produzione di Ales S.P.A Lavoro e Servizi e Mondo Mostre Skira, con la collaborazione del Museum ofFine Arts di Boston e il Patrocinio dell’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone e dell’ambasciata del Giappone in Italia.
4. Il termine “ukiyo-e” (immagini del mondo fluttuante) deriva da una metafora buddhista per indicare la sfera effimera dei piaceri terreni. I soggetti scelti dagli artisti per realizzare le loro silografie erano personaggi e scene del vivere e il mondo dei quartieri del piacere a Edo (l’attuale Tokyo), Kyoto e Osaka. I colori vivaci, le innovazioni compositive e le linee fluide dell’ukiyo-e suscitarono grande interesse in Occidente dando vita ad una moda detta “Japonisme” furono soprattutto i grandi artisti francesi, impressionisti e postimpressionisti Manet, Degas, Toulouse-Lautrec e Van Gogh a subirne il fascino. Van Gogh riprodusse ad olio due famose opere di Hirishige,: “L’albero” del 1886/87 e il famoso” Ponte sotto la pioggia” del 1887.
5. Un classico itinerario giapponese ., senza dubbio, ancora oggi, il percorso Tokyo-Kyoto. I viaggiatori che visitano il Giappone per la prima volta, scelgono questo percorso per farsi un’idea del Giappone moderno, Tokyo con i suoi grattacieli, ed esplorare i luoghi storici e tradizionali di Kyoto con i suoi famosi templi.6- Nel 1832 Hirishige segui, per una parte del tragitto da Edo a Kyoto, lungo la via del Tokaido, la delegazione che inviava i cavalli sacri in dono al l’imperatore. In quell’occasione realizz. degli schizzi e, ispirandosi a questi e alle illustrazioni delle guide di viaggio in uso, in quel periodo, produsse la prima serie delle “ cinquantatr. stazioni di posta”, quella certamente pi. famosa. La serie di stampe ebbe uno straordinario successo che venne pi. volte, negli anni successivi, anche in nuove edizioni, ristampata, anche con nuovi editori.