Psicopatia e antisocialità: il dilemma di una classificazione. Criteri nosografici e psicodiagnostici
GIAN-PAOLO MAZZONI - Unit for the Treatment of Resistant OCD, Poggio Sereno Clinic, Fiesole, Florence - Postgraduate Program on Cognitive Psychotherapy “Studi Cognitivi”, Florence
Contesto: I disturbi di personalità costituiscono una rilevate e severa condizione psichiatrica, oggetto recentemente di importanti studi. In particolare il Disturbo di Personalità Antisociale/Psicopatia costituisce un’area di indagine complessa e scivolosa, che si lega al fenomeno sociale del comportamento criminale.
Obiettivo: Il presente lavoro si colloca nella prospettiva di indagare aspetti di questo quadro psicopatologico e alcune caratteristiche ad esso connesse, all’interno di uno spaccato del sistema penitenziario italiano.
Metodo: Per tale indagine è stata impiegata la PCL-SV di Hart et al. (1995) affiancata dall’MMPI-2 (Pancheri, & Sirigatti, 1995) strumenti utilizzati per la valutazione diagnostica e l’assessment della personalità criminale.
Risultati: Emerge una certa concordanza relativamente agli aspetti della devianza sociale, mentre si avrebbe una divergenza per aspetti connessi più tipicamente all’insensibilità emotiva. Si è ipotizzato, come sostenuto da Hart et al. (1995), che i due strumenti utilizzino costrutti di psicopatia in parte diversi, soprattutto per le componenti emotivi e relazionali.
Conclusioni: Le ricerche svolte, anche se di carattere preliminare, sembrano indicare l’utilità di affiancare a strumenti ampiamente utilizzati in ambito carcerario internazionale, come l’MMPI-2, una metodica meno consueta in Italia, come la PCL-SV.
1. Introduzione
La psicopatia, rimasta per anni una categoria nebulosa, appare ora al centro di studi e lavori internazionali transculturali finalizzati alla messa a punto di nuovi strumenti di valutazione, così da permetterne l’utilizzo sia in clinica che nell’ambito della ricerca (Wilson et al., 2014; APA, 2015). I termini “disturbo antisociale” e “psicopatia” (talvolta detta anche “sociopatia”) sono spesso utilizzati in modo intercambiabile, ma in realtà molti autori in letteratura sostengono esservi differenze importanti. Il disturbo di personalità antisociale (ASPD) si presenta come un quadro clinico associato ad una serie di condizioni, quali: infrazione di regole, abuso di sostanze, disoccupazione, mancanza di dimora fissa e difficoltà relazionali.
Mentre molti importanti autori tendevano ad estendere il concetto di psicopatia ad un’ampia categoria, Hervey Cleckley, con la pubblicazione del suo libro The mask of sanity nel lontano 1941 (1976), produsse la descrizione più completa del decennio, ritenuta una pietra miliare per gli studi successivi. L’Autore dette rilievo ai tratti di personalità, come assenza del senso di colpa, incapacità di amare, vuoto emozionale,
mancanza di scopi e impulsività, introducendo nuove osservazioni sulle caratteristiche psicopatiche. Egli asserì che questi soggetti si potevano trovare, oltre che nelle prigioni, nelle posizioni sociali più rispettabili: dottori, avvocati, politici e perfino psichiatri.
In alcune sue pubblicazioni Hare, più tardi (1996), riprendendo i lavori di Cleckley, fa notare che questa lista include criteri che possono essere considerati sintomatici del disturbo di personalità antisociale, narcisistico, istrionico e borderline, descritti nel DSM.
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